Norine Couture, Bruxelles
L’arte nella moda, la moda nell'arte
Illustrazione di copertina del bollettino Ça ira che riproduce la copertina dell'omonima rivista uscita nel 1920. Pubblicità per Norine Couture, avenue Louise, Bruxelles (apparso in “Sélection”).
di Nele Bernheim
Nele Bernheim, storica della moda, sottolinea l'importanza della Maison Norine, l'incontestabile precursore della moda d'avanguardia belga, che a partire dal anni ottanta dell'ultimo secolo acquisì una notorietà mondiale. "Nessuna storia sulla relazione tra l'arte e la moda può essere considerata completa senza Norine".
Durante i ruggenti anni venti, la Maison Norine fu infatti una meta privilegiata di convergenza artistica. Simone Périer sottolinea nel 1930 che la sarta Norine, compagna del brillante Paul-Gustave Van Hecke, lei la prima e sola, si è ribellata contro questa integrale servitù [...] verso i sarti parigini [...]. Ogni collezione di Norine è una collezione di Norine è una creazione personale, un'opera originale... e così come si riconosceva un abito di Patou, di Chanel o di Lanvin si cominciò anche a riconoscere un abito di Norine.
Nele Bernheim è storica della moda. Ha onseguito un Master alla Fashion Institute of Technology di New York, sta preparando una tesi intitolata Couture Norine, Brussels: The Embodiment of the Avant-Garde, 1916-1952. Le sue ricerche trarebbero grande beneficio dagli apporti degli archivi e dalle creazioni della Maison Norine. Chiunque disponga di qualche materiale pertinente è pregato di contattarla via internet:
info@nelebernheim.org.
Nele Bernheim rende giustizia anche a Van Hecke, ispiratore innanzitutto, padre spirituale e inventore dello stile di Norine. Personaggio straordinario, incarnante tutte le qualità e tutti i difetti degli allegri twenties, affarista e generoso, Van Hecke fu anche un grande traghettatore davanti l'eterno. Direttore delle riviste Het roode Zeil, Sélection e Variétés, uomo di teatro e poeta, animatore dell'Atelier d'Art contemporain Sélection, questo infaticabile propagandista dei pittori espressionisti fiamminghi sarà sostenuto nelle sue imprese, negli anni venti, dal suo amico André de Ridder.
Paul Neuhuys si ricorderà degli anni folli come dei più belli della sua vita. Nelle sue memorie, sottolinea che fu Georges Marlier che lo introdusse a Sélection. Piuttosto che un movimento, la rivista Sélection mi sembrava destinata a difendere gli interessi dei collezionisti.
Il più bel ricordo del mio passaggio a Sélection fu anche un pelegrinaggio, ma non letterario questa volta, un pelegrinaggio verso una colonia d'artisti, quelli che erano chiamati il gruppo di Laethem: Permeke, De Smet e Van den Berghe. Mi rivedo alla fiera del villaggio di Afsnee, piena di abitanti locali vestiti da domenica, De Smet nella sua giacca di lana bianca a collo arrotolato, la sua tenuta da canottiere sul Lys. C'era lì il comitato di redazione di Sélection, di cui facevo parte, al completo: Van Hecke, De Ridder, Mesens, Marlier...
Da dandy a dandy, Neuhuys spedisce il 18 agosto del 1926 una copia del suo romanzo Les dix Dollars de Mademoiselle Rubens a Paul-Gustave van Hecke, impreziosito da una quartina:
Comme on donne aux pauvres enfants neurasthéniques
un ours articulé, un lapin mécanique
si je vous adresse un de ces livres, ce n’est que
pour mon plaisir et non pour le vôtre, Van Hecke!*
Pégé interpretò questa nota a pie' di pagina della lettera e non prese la pena di ritagliare la sua copia...
Sartoria Norine, Bruxelles
L'arte nella moda, la moda nell'arte
Dal 1916 al 1952, un'epoca in cui Parigi definiva la moda per il resto del mondo, la casa Norine, diretta dalla coppia carismatica Paul-Gustave Van Hecke (1887-1967) e Honorine "Norine" Deschryver (1887-1977), offriva un'alternativa attrattiva e originale. Per la prima volta, una casa di sartoria belga creava i suoi modelli ivece di copiare Parigi. Le sue creazioni brillavano di autenticità, di qualità e di innovazione artistica. Benché Norine, in cui “la sartoria si pratica come un'arte,” [1] (secondo la rivista di moda belga “Psyché” nel maggio 1925), sia stata quasi dimenticata, la sua eredità è di grande importanza. Infatti, la storia della moda belga comincia con Norine.
Tatave e Nono
Van Hecke e Norine, entrambi di umili origini, sono diventati delle figure chiave della scena dell'avanguardia belga durante gli anni venti, gli anni folli. Conducevano una vita stravagante e irrequieta. I loro conoscenti li chiamavano "Pégé e Norine," i loro amici intimi "Tatave e Nono".
Norine aveva tredici anni quando la sua famiglia si trasferì da Gand a Bruxelles dove suo padre fu taverniere e poi operaio. Giovane, lei e cinque dei suoi sei fratelli e sorelle lavorarono come operai di sartoria. A ventitré anni, diventata sarta, sposò un operaio tapezziere chiamato Clément Corriat [2]. Questo matrimonio non durò, non ebbe figli. Cinque anni più tardi, incontrò Van Hecke.
Al contrario di Norine, la dimenticata, numerose fonti documentano la personalità carismatica di Van Hecke e la sua spettacolare carriera [3]. Era figlio di un militante socialista che fu dapprima tessitore e diventò poi commerciante di patate a Gand. La morte di suo padre costrinse il piccolo Paul-Gustave, aveva appena dieci anni, ad andare a lavorare in una fabbrica tessile. Acquistò tuttavia una formazione apprezzabile probabilmente grazie al movimento socialista.
Van Hecke resterà un militante per tutta la vita. Dopo essere stato impiegato alla Usine Coopérative Cotonnière di Gand ed essersi istruito come autodidatta durante il suo tempo libero [4], diventò una personalità polivalente artistica e culturale: giornalista letterario riconosciuto, poeta, saggista, drammaturgo, critico d'arte, critico cinematografico, editore dei due principali quotidiani socialisti belgi, fondatore di sette giornali culturali, araldo dell'espressionismo e del surrealismo, proprietario di due gallerie d'arte, direttore di una catena di cinema, direttore di festival del cinema e d'arte, e curatore di esposizioni [5]. La maggior parte di queste attività spettacolari è stata oggetto di studi. Tuttavia, per tutta la sua carriera, prima e soprattutto, egli si considerava sarto [6], un aspetto della sua personalità che ha ricevuto meno attenzione. Van Hecke e Norine si sono incontrati a Bruxelles verso il 1915. [7]. Benché entrambi sposati, il loro lagame divenne definitivo: l'uno e l'altra divorziarono, si sposarono nel 1927. [8].
L’esordio e il declino di Norine
Van Hecke e Norine fondarono la loro impresa di sartoria nel 1916 – in piena guerra. Van Hecke, imprenditore accorto, vedendo che le case di sartoria belghe avevano grandi difficoltà ad ottenere dei modelli da Parigi, ebbe l'eccellente idea di creare egli stesso dei modelli che Norine avrebbe eseguito [9]. Innanzitutto situata in rue rue de la Longue Haie (una via perpendicolare all'avenue Louise) [10], la casa Norine si installò, all'inizio del 1919, sull'elegante avenue Louise stessa [11]. Gli anni seguenti, l'alleanza creativa tra Norine e Van Hecke farà della loro impresa la casa di sartoria più importante di Bruxelles e, di conseguenza, del paese.
Durante gli anni venti, Norine era un'attività a tal punto prospera che Van Hecke contava sui suoi introiti per sostenere la sua instancabile promozione di artisti e elargire la sua propria e considerevole collezione d'arte [12].
La crisi economica del 1929 suonò la campana a morto dei folli anni venti. L'anno del crack, Van Hecke fu costretto a chiudere la sua galleria. L'Époque e chiudere la stampa del suo mensile Variétés [13]. Nel maggio del 1933, la collezione privata di Van Hecke – opere d'arte e 148 libri e riviste – posta in vendita pubblica a prezzi irridori [14]. Tuttavia, finanziata a spese del ruolo di animatore delle arti di Van Hecke e della sua collezione, Norine sopravvisse.
I locali essendo diventati troppo piccoli, Norine dovette trasferirsi nel 1936 verso una casa più grande della stessa avenue Louise [15]. Durante la seconda guerra mondiale, Norine continuò a essere influente. Ma, alla fine degli anni quaranta, aveva perso il suo lustro. Nel 1952, si trasferì verso luoghi più modesti, benché ancora impressionanti: l’Hotel Tassel, uno dei capolavori archiettonici di Victor Horta [16]. Dopo una perseverante "lotta per l'esistenza" [17] per il "celebre marchio Norine," [18] secondo i termini di Van Hecke, la S. A. Norine Couture fu liquidata nel novembre del 1952 [19]. Norine stessa, continuò il suo lavoro di sartoria su piccola scala, sino al 1961 [20].
[Le ultime due immagini, qui a fianco e precedente ad esse, mostrano Van Hecke e Norine in un photomaton, 1928. Collezione Museum voor Schone Kunsten, Gent, Museum voor Schone Kunsten Gent, Studie- en Documentatiecentrum voor de Vlaamse kunst 1800-1950].
Una vetrina per artisti
Sull'esempio dei loro omologhi parigini, come Paul Poiret, Gabrielle Chanel o Elsa Schiaparelli, ma unici in Belgio, Van Hecke e Norine si ispirarono per le loro creazioni all'arte dell'avanguardia.
Sin dai suoi primi anni, la casa di sartoria si è associata con degli artisti legati a Van Hecke e ha svolto un ruolo attivo nella loro promozione. Così, da Norine, una sinergia tra l'arte moderna e l'alta sartoria conferiva uno statuto d'arte maggiore alla sartoria. Con Norine, la sartoria non era niente di meno che una forma d'arte. Van Hecke e Norine erano comparati ai loro colleghin sarti parigini che frequentavano gli artistin d'avanguardia. In un omaggio ai suoi amici, l'avvocato Jean-Louis Merckx scriveva: "A Bruxelles, Tatave, era lo stile principesco di Paul Poiret, e Nono, l'eleganza sovrana di Coco Chanel. Si incontravano in questa casa tutti coloro che effettuavano i loro primi passi sulla strada della gloria: Gustave de Smet, René Magritte e, permanentemente, il fedele E.L.T. Mesens" [21] "e anche, durante la loro scalata in Belgio, Max Ernst, Man Ray, Ossip Zadkine, Valentine Prax e molti altri" [22].
L'ambiente di Van Hecke e Norine era interamente moderno e divenne uno dei centri dell'espressionismo e del surrealismo. I loro appartamenti privati, le galerie di Van Hecke e la casa di moda esponevano le loro opere di artisti contemporanei nazionali e internazionali. Presso Norine, le clienti sceglievano i loro indumenti in un quadro decorato con opere di artisti di fama come Ramah, Gustave e Léon de Smet, Philippe Swyncop, Constant Permeke, F. Freddy Charlier, Modigliani, George Minne, Le Fauconier, Frits Van den Berghe, Floris Jespers, Max Ernst, Auguste Mambour e René Magritte [23]. Van Hecke, come uomo d'affaires esperto, esponeva senz'altro queste opere anche in vista di venderle [24].
Van Hecke e Norine radicavano la moda nell'arte: le loro creazioni erano presentate al pubblico attraverso l'arte moderna. La coppia vedeva che, come sottolinea Richard Martin in Cubism and Fashion: "modern fashion could only be embraced with the graphic design of modernism" [25]. Gli inviti alle presentazioni delle collezioni e ad altri avvenimenti - di cui la maggior parte sono stati scoperti urante le mie ricerche - così come i cataloghi, gli annunci pubblicitari e gli articoli su Norine erano spesso illustrati da opere firmate oppure non, ma di cui la maggior parte sono di, o possono essere attribuiti a: Ramah, Géo Navez, Frits van den Berghe, Léon de Smet e – soprattutto – René Magritte.
Magritte per Norine [26]
Nel corso degli anni venti, Van Hecke non era niente meno che il principale utilizzatore di Magritte e, a giudicare dal lavoro esistente, Norine era la sua principale fonte di reddito [27]. De style cubo-espressionsta e Art-Déco all'inizio, la grafica di Magritte per Norine evolse verso il surrealismo. Il primo lavoro pubblicato da Magritte per Norine è una pubblicità del 1924 [28]. Molti esempi seguiranno, alcuni pubblicati e altri non. Non soltanto Magritte firmò l'illustrazione della partitura musicale dei "Norine Blues: les jolies robes aux jolis noms", ma scrisse le parole con sua moglie Georgette, e suo fratello Paul compose la musica [29]. La partitura è stata pubblicata in seguito alla sua prima, il 25 luglio del 1925, durante il "Gala des choses en vogue", un grande evento di moda organizzato da Norine al Casinò Kursaal ad Ostenda. Il programma di questo gala menziona una distribuzione di regali ai visitatori, tra cui fratello, "la bambola di Norine" [30]. Si tratta probabilmente del porta-cappelli in carta pesta, dipinto a mano da Magritte, che ho scoperto di recente. A partire dal 1926, anno nel corso del quale Magritte si lanciò nl surrealismo [31] l'insegna di Norine divenne il manichino di stoffa metà umano. L'ultimo lavoro conosciuto realizzato da Magritte per Norine è senz'altro un paio di dipinti murali che decorano delle alcove nella casa di moda. Questi dipinti furono probabilmente eseguiti nel 1931, quando Magritte, in cerca di lavoro, si è di nuovo rivolto al suo amico e antico mecenate Van Hecke [32].

Una delle illustrazioni recentemente soperte di René Magritte per Norine: Calendario degli acquisti per il 1927 di Norine, 1927. Collezione privata.
René Magritte [attribuito a], Bambola di Norine (?), 1925. Olio su cartapesta, 38 x 21 cm. Collezione privata.
Pittura murale presso Norine di René Magritte, 1931 circa. Tecnica e dimensioni sconosciute. Distrutto o luogo ignoto. Fotografo sconosciuto. Pubblicato in Sylvester, edizione, 5:28.
Da "Norinne crée des robes peintes", illustrato da René Magritte. Pubblicato in "Psyché", maggio 1925. Collezione Erfgoedbibliotheek Hendrick Conscience, Anversa.
Norine in una veste da sera ricamata con un motivo tratto da "Fruits d'Europe" di Raoul Dufy, 1925. Pubblicato in Psyché, dicembre 1925. Fotografia di Robert De Smet. Collezione Erfgoedbibliotheek Hendrick Conscience, Anversa.
L'Arte moderna nella moda di Norine
Il gusto di Norine per l'arte moderna andò oltre le opere esposte nei suoi locali o tradotte nell'insieme della comunicazione della casa. Avanguardista di cuore, Norine si inseriva nelle ultime correnti estetihe ch sorgevano nel mondo delle arti. Le immagini e in certe occasioni le tecniche stesse dell'arte moderna erano letteralmente incorporate nelle creazioni della casa. Durante gli anni venti, la "veste dipinta", una veste in tessuto dipinto a mano, era una delle glorie della casa. Ne troviamo alcuni esempi sulle pagine della rivista di moda "Psyché" [33]. Il risultato è ammirevolmente valorizzato in un'illustrazione di Magritte, senza dubbio implicato nella creazione dei motivi cubisti di queste vsti [34]. Van Hecke e Norine avevano manifestamente l'accordo dei loro amici artisti per riprodurre alcuni dei loro motivi nelle loro creazioni di moda. Così abbiamo alcuni esempi di ricami ispirati d'arte. Una veste del 1925 è ricamato con "Frutta d'Europa" una composizione "Tela di Tournon" di Raoul Dufy che data all'incirca al 1913 e in origine concepita per xilografia su tessuto Bianchini-Férier [35].
Norine fu una pioniera dell'integrazione del linguaggio surrealista nella moda. Il ricamo sull'insieme "L’Envol" è incontestabilmente in diualogo con le due tele di Max Ernst "Foresta e sole" e "La foresta è chiusa", entrambe facente parte della collezione Van Hecke [36]. In quest'ultimo quadro, dedicato a Norine (Ernst scrive: "A Norine, gentilmente offerto dalla Casa Max Ernst" – un gioco di parole evidente sulla Casa Norine [37]), Ernst dipinge delle colombe chiuse nella foresta. In "Foresta e Sole" non ci sono colombe chiuse. Sono probabilmente volave via sotto la maglia. Possiamo interpretare "Il volo" come "La fuga" [38].

"L'Envol" [Il volo], completo sportivo con ricamo in rilievo di un motivo da un'opera di Max Ernst, 1925. Pubblicato in Psyché, agosto 1927, copertina. Fotografia di Robert De Smet. Collezione Biblioteca Reale del Belgio.
Verso la fine degli anni trenta, i Van Hecke avevano pienamente adottato la moda surrealista. Nel 1938, E.L.T. Mesens e Roland Penrose pubblicarono alcune fotografie di "dresses by Norine embroidered with motifs from Surrealist paintings" [39] nell'edizione inaugurale della rivista della loro London Gallery. Accanto a quest'ultime si trovano le riproduzioni dell'ispirazione iconografica dei loro ricami; "La forêt s’envole" [La foresta vola via] di Max Ernst (1928) e "Plante-aux-oiseaux" [Pianta con uccelli], uno dei disegni di Man Ray pubblicati in "Les mains libres" (1937) [40]. Ritroviamo anche l'influenza surrealista in uno dei soli indumenti firmati Norine pconservato sino ad oggi. Le parole sotto le icone dello stampato della maglia sono privi di relazione con il contenuto rappresentato.
Avanguardia per il Belgio
Nel 1920, quando Norine si trovava all'apogeo del suo successo, la rivista francese L'Art Vivant pubblicò un'edizione speciale sull'arte e la cultura in Belgio. A proposito della moda, Simone-Salkin Massé [41] srisse: "Un giorno Norine fu. E quel giorno fu precisamente quello della nascita di una moda originale nel nostro paese che non aveva inventato, in fatto di indumenti femminili, altro che dei copricapo di merletti, delle lattiere, delle cuffie da beghine di Bruges [...]. Tutto è cambiato dopo Norine, perché la storia della moda da noi comincia con lei. Lei la prima, e sola, si è ribellata contro questa integrale servitù verso Parigi, o più esattamente ai sarti parigini. E mentre le collezioni presentate a Bruxelles, modelli in transito, sono come quelle antologie di scrittori dal'immaginazione corta che attingono il loro bottino nell'opera degli altri, ogni collezione di Norine è una creazione personale, un'opera originale [42].
Completo da sera e veste da sera ricamati con motivi tratti da opere di Max Ernst e Man Ray, 1938. pubblicato in London Gallery Bulletin, 1 (aprile 1938): 19. Collezione Museum voor Schone Kunsten, Gent.
Maglia di ispirazione Surrealista, 1938 circa. Collezione privata.
Durante gli anni venti, la sua età dell'oro ed il suo periodo meglio documentato, Norine era famosa per il suo stile particolarmente avanguardista. A quest'epoca, il pubblico belga aveva un debole per uno stile di abbigliamento discreto. I modelli e le marche che le altre case di sartoria belghe acquistavano a Parigi erano selezionati principalmente per questo criterio. Tuttavia, selezionando soltanto ciò che era compatibile on il provincialismo belga, si passava, reinterpretandoli, a margine delle idee innovatrici e originali delle creazioni parigine.
Creando indipendentemente da Parigi, Van Hecke e Norine hanno certamente assunto un granrischio, ma il risultato fu grandioso. In Belgio, durante gli anni venti, Norine rivaleggiava in modo magistrale con le case parigine più creative. La clientela presa di mira da Norine era l'intelligentsia belga illuminata e prospera, e in una certa misura l'intelligentsia internazionale [43]. Per essere vestiti alla moda più innovatrice, le eleganti potevano acquistare a Parigi, oppure far realizzare il loro vestiario da Norine.
Queste eleganti frequentavano le gallerie d'arte come "Le Centaure [44], così come "Sélection" e "L'Époque", che appartenevano a Van Hecke. Assistevano a degli spettacoli d'avanguardia e danzavano su motivi jazz. Le occasioni di ammirare le nuove creazioni di Norine abbondavano. Per di più oltre alle presentazioni nelle sale della sartoria, Norine partecipava a numerosi eventi mondani: esposizioni d'arte, concerti di blues, gala e concorsi ippici. Norine creava anche dei costumi di teatro e organizzava dellesfilate di moda in piccole sale come la galleria "Le Centaure" a Bruxelles e in sale più grandi come il Casino Kursaal a Ostenda. Le clienti di Norine leggevano delle pubblicazioni come Sélection, Variétés e Psyché. È soltanto in queste pubblicazioni esclusive che Norine inseriva i suoi annunci pubblicitari così come le fotografie delle sue creazioni. Fu nelle stesse riviste che Van Hecke e Norine formulavano le loro teorie moderniste sulla moda.
Sappiamo che all'inizio della loro carriera, oltre alle proprie creazioni, Van Hecke e Norine hanno venduto dei modelli parigini [45]. Ma a partire dal 1923, i soli prodotti francesi ai quali la casa restava fedele erano le sete di Bianchini-Férier, Orlé e i tessuti di Rodier. ha anche dichiarato di essere trattata allo stesso modo delle case parigine da questi fabbricanti francesi, ricevendo le loro novità allo stesso tempo di Parigi [46]. L'invito di Norine per la presentazione della sua collezione estiva del 1923 riassume i suoi punti di forza: "I nostri tessuti e sete saranno di prim'ordine ed esclusivi, più ancora che in passato... Poiché l'epidemia del traffico in sedicenti "modelli" e in "copie" affligge su una scala sempre più vasta, le nostre creazioni, saranno più che mai caratterizzati da un'arte personale. In questo modo le nostre clienti, pur essendo discretamente in anticipo sulla tendenza, non saranno mai vestite come gli altri [47].
Per quel che riguarda il loro stile, Van Hecke e Norine non rifiutavano affatto Parigi. Nell'articolo "la moda in Belgio", pubblicato in un'altra edizione speciale di "L'Art Vivant" sul Belgio, essi evidenziano la loro preferenza per una subordinazione ecclettica piuttosto che un temerario rigetto di Parigi: "I nostri riferimenti? Le nostre pretese di una moda a casa nostra? Siamo talmente vicino a Parigi, la sua industria e il suo spirito, che preferiamo 'fare insieme a Parigi'! Forse anche l'orgogliosa semplicità belga, giudicando vani i tentativi degli Americani e dei Viennesi nel voler andare incontro alla 'moda di Parigi', preferisce essere debitrice con intelligenza piuttosto che personale con ridicolo" [48].
Non sappiamo per quanto tempo Norine si è rifiutata a copiare i modelli di Parigi. Tuttavia, diverse fonti di dopo la seconda guerra mondiale danno a credere che, costretta da rovesci finanziari ed una dura concorrenza, i Van Hecke si sono rassegnati a basare (almeno) una parte della loro collezione su delle creazioni parigine [49].
Sia quel che sia, l'ultimo invito conservato da Norine, per la presentazione delle creazioni dell'estate 1952, non menziona modelli parigini [50].
Dal 1920 al 1950, la casa Norine ha brillato per un'evoluzione di stile personale. Il suo atteggiamento avanguardista fu unico per il Belgio. Per i suoi intrecci con altre forme d'arte, essa può essere considerata come il precursore della moda d'avanguardia belga, che a partire dagli anni 80 acquisì una notorietà mondiale. Per quasi quaranta anni, questa casa di moda belga si è trovata all'intersezione di diverse correnti d'arti visive e all'avanguardia della moda europea. Nessun racconto sulla relazione tra l'arte e la moda può essere considerato completo senza Norine.
Nele Bernheim
[Traduzione di Elisa Cardellini]
NOTE
* Così come si dà ai poveri bambini nevrastenici
un orso articolato, un coniglio meccanico
se vi invio uno di questi libri, non è he
per piacer mio e non per il vostro, Van Hecke!
[1] "Norine crée des robes peintes" [Norine crea vestiti dipinti], Psyché: le miroir des belles choses, maggio 1925, s.p.
[2] Registre de population de Bruxelles [Registro anagrafico dellam popolazione di Bruxelles], Compte 1890, Vol. U, 1586; Compte 1900, Vol. U, 299; Compte 1910, Vol. R, 1853.
[3] La carriera di Van Hecke può essere ricostruita sulla base di pubblicazioni sulle arti in Belgio durante il periodo tra le due guerre. I seguenti titoli riguardano Van Hecke soprattutto: André De Rache, ed., Hommage à Paul-Gustave Van Hecke, (Bruxelles: De Rache, 1969); Lieve Van Gijsegem, L’œuvre de Paul-Gustave Van Hecke, miroir de son époque (thèse de licence, Katholieke Universiteit Leuven, 1974); Bart De Volder, Paul-Gustave Van Hecke: Leven en werk (thèse de licence, Rijksuniversiteit Gent, 1983) et Sieglinde Berbiers, 'L’Animateur des beaux peintres' doorgerlicht: Een toetsing van het kunstkritisch oeuvre van Paul-Gustave Van Hecke (1887-1967) tijdens het interbellum, (thèse de masters, Universiteit Gent, 2005).
[4] De Volder, 9-10; Berbiers, 7 e Emile Langui, "Wat nu Gust?" in: De Rache, 146-148.
[5] Van Gijsegem; De Volder; Berbiers. Nel 1928, Van Hecke dichiarava: "Tutti i miei articoli sull'arte, ecc... erano ora scritti durante la notte. Perché dopo il1916 il mestiere di sarto non mi lasciava un solo istante, ed insisto di essere e di rimanere prima di ogni cosa un sarto attivo". Paul Kenis, "Paul Gustave Van Hecke of Van Letterkundige Couturier à la Mode" (include un'intervista con Paul-Gustave Van Hecke), Den Gulden Winckel, 20 dicembre 1928, 362.
6
[7] De Volder, 22.
[8] "Contratto di matrimonio tra Gustave-Polydor Van Hecke e Honorine De Schryver [sic.], 20 dicembre 1927", Rep. 12308/1386, Minute del Notaio Alfred Vanisterbeek, Archives de l’État, Anderlecht; Registre de population de Bruxelles, Compte 1920, Vol. 40, 7834.
[9] Kenis, 361.
[10] L'intestazione di una lettera di Van Hecke ci serve da indice per questo indirizzo. Paul-Gustave Van Hecke, Bruxelles, a Victor de Meyere, Anversa, 9 settembre 1918, Fondi Victor de Meyere, Documentatie- en Onderzoekscentrum voor Religie, Cultuur en Samenleving, Lovanio. Norine ebbe residenza a questo indirizzo a partire dall'aprile 1916 (Registre de population de Bruxelles, Compte 1910, Vol. R, 1853). Van Hecke vi domicilio a partire dall'ottobre del 1917 (Registre de population de Bruxelles, Compte 1920, Vol. O, 1820).
[11] Cette date peut être déduite de l’en-tête d’une lettre de Van Hecke. Paul-Gustave Van Hecke, Brussels, to Arthur Henry Cornette, Anvers, 18 décembre 1919, Fonds Arthur Henry Cornette, Letterenhuis, Anvers. Van Hecke et Norine y furent domiciliés à partir de février 1919 (Registre de population de Bruxelles, Compte 1910, Vol. R, 1853 et Compte 1920, Vol. O, 1820).
12 Henri-Floris Jespers, Adjugé, Revolver 18 (1991): 22.
13 Virginie Devillez, Le Retour à l’ordre: Art et politique en Belgique: 1918-1945 (Bruxelles: Éditions Labor et Dexia Banque, 2002), 43-44.
14 Collection de Monsieur V. Tableaux des écoles belges, françaises et allemandes contemporaines. Vente Publique aux Enchères (cat. vente aux enchères, Bruxelles: 8 et 8 mai 1933). L’expert, Jean Milo, a annoté le catalogue avec commentaires, prix et acheteurs dans son livre.Cfr. Jean Milo, Vie et Survie du “Centaure” (Bruxelles: Éditions Nationales d’Art, 1980), 93-172.
15 Marie-Louise Stasseyns (ancienne employée de Norine, et nièce de Norine elle-même), entretien avec Xavier Duquenne, transcription, Bruxelles, 11 janvier 1986. « ‘Norine-Couture,’ société anonyme, à Bruxelles, » Annexes au Moniteur belge, Art. no. 14496 (octobre 1936), 460. Les Van Hecke y furent domiciliés à partir de novembre 1936 (Registre de population de Bruxelles, Compte 1930, Vol. 70, 23).
16 « Norine Couture vous prie..., » invitation promotionnelle inédite, Anvers, collection privée (Bruxelles: Norine, 1952). Cette invitation est illustrée d’un dessin de l’Hôtel Tassel. Les Van Hecke y furent domiciliés à partir d’octobre 1952 (Registre de population de Bruxelles, Compte 1947, Vol. 13, 23).
17 Paul-Gustave Van Hecke, Bruxelles, à E. L. T. Mesens, Londres, 31 juillet 1947, Fonds E. L. T. Mesens, Research Library, The Getty Research Institute, Los Angeles.
18 Paul-Gustave Van Hecke, Bruxelles, à E. L. T. Mesens, Londres, 8 octobre, Fonds E. L. T. Mesens, Research Library, The Getty Research Institute, Los Angeles.
19 Registre de Commerce, « Déclaration de cessation, » Vol. 2046, 25310, Archives de l’État, Anderlecht; «‘Norine Couture,’ société anonyme, en liquidation, à Bruxelles, » Annexe au Moniteur belge, Art. no. 24667 (novembre 1952), 1704.
20 Registre de Commerce, « Déclaration de cessation, » Vol. 3006, 18422, Archives de l’État, Anderlecht. Marie-Louise Stasseyns, entretien avec Daniël Christiaens, septembre 1983. Daniël Christiaens, « De Belgische bijdrage tot de mode in de jaren twintig, » Interbellum 2 (1985): 7; Stasseyns, entretien 11 janvier 1986.
21 Mesens eu une liaison avec Norine (qui était de seize ans son aînée) d’environ 1920 jusqu’environ 1938 (quand Mesens déménagea à Londres). Clandestine au début, il semble que Van Hecke l’ait tolérée à partir du milieu des années 1920. Des lettres entre les deux amants peuvent être trouvées au Getty Research Institute de Los Angeles, Fonds Mesens et au Musée de la Photographie à Charleroi, Collection de la Communauté française de Belgique.
22 Jean-Louis Merckx, « Ceux qui ne sont pas éternellement jeunes ont toujours été vieux, » dans De Rache, 22.
23 « Dès le mois de mars..., » invitation promotionnelle inédite, Washington, D. C., collection privée (Bruxelles: Norine, 1920) et « Collection automne-hiver 1927-1928..., » invitation promotionnelle inédite, Anvers, collection privée (Bruxelles: Norine, 1927). Ces invitations sont respectivement illustrées par Ramah et René Magritte.
24 On peu déduire ceci d’une lettre de Van Hecke à Victor de Meyere (1873-1938). Van Hecke lui demande des reproductions d’une statue par [Oscar] Jespers pour ses salons et écrit : « Je la montrerai à quelques clients et amateurs. Et dans un mois, je devrais pouvoir en vendre environ six. » Paul-Gustave Van Hecke à Victor de Meyere, 9 septembre 1918. On peut consulter également une lettre de René Magritte à Paul-Gustave Van Hecke qui mentionne « Objets en dépôt chez Norine » (René Magritte, Jette, à Paul-Gustave Van Hecke, Bruxelles, 9 septembre 1940, Fonds René Magritte, Les Archives d’Art Contemporain, Musées Royaux des Beaux-Arts, Bruxelles.
25 Richard Martin, Cubism and Fashion (cat. d’expo. New York : The Metropolitan Museum of Art, 1998), 128.
26 Pour plus de visuels des travaux publiés par Magritte pour Norine, cfr. David Sylvester, ed., Magritte: Catalogue Raisonné, 5 vols. (Houston: Menil Foundation; Anvers: Fonds Mercator, 1992-1997). Des images d’œuvres inédites de Magritte pour Norine sont cataloguées par l’auteur.
27 Sylvester, 1:45, 57.
28 En harmonie avec les icônes modernistes des années 1920, elle illustre des femmes avec une voiture. En plus de Norine, l’annonce publicitaire promeut aussi Alfa Romeo et le carrossier V. Snutsel. « Harmonie Moderne..., » Annonce publicitaire, Englebert Magazine, novembre-décembre 1924, s.p.
29 Sylvester, 1:53.
[30] « Gala des Choses en vogue..., » Programme inédit, Washington, D. C., collection privée (Bruxelles: Norine, 1925).
[31] Sylvester, 1 :178.
[32] Bien que la localisation de ces muraux soit inconnue (la maison fut détruite en 1985), une photo et deux gouaches préparatoires ont survécu. Sylvester, 5 :28 et 59-60.
[33] Psyché: Le miroir des belles choses, Bruxelles (1924-1932).
[34] Cfr. les imprimés évoquant les concepts de Magritte pour le fabriquant de papiers peints Peters-Lacroix, du début des années vingt. Cfr. Michel Draguet, Magritte: tout papier (Vanves: Hazan, 2006), 20.
[35] Mary Schoeser, Fabrics and Wallpaper (Londres : Bell and Hyman, 1986), 45.
36 Werner Spies, ed., Max Ernst: Œuvre Katalog, 6 vols. (Houston: Menil Foundation; Cologne: M. Dumont Schauberg, 1975), 1: 201-202.
37 Ibid., 202.
38 Norine Couture, Bruxelles: L’art dans la mode, la mode dans l’art. En plus, une des toiles d’Ernst, « l’Oiseau en cage » de 1925, qui se trouvait dans leur collection, est dédiée à Norine elle-même et pourrait aussi se rattacher à l’ensemble. Ibid., 388.
39 [E. L. T. Mesens], « Surrealism and Fashion, » London Gallery Bulletin, no.1 (1938): 20.
40 Spies, 2: 262 ; Man Ray et Paul Éluard, Les mains libres (Paris: Jeanne Bucher, 1937), 108.
41 La femme de l’avocat et amateur d’art Alex Salkin-Massé, Simone Salkin-Massé épousa plus tard Gilbert Périer, collectionneur d’art important et CEO de la Sabena.
42 Simone Salkin-Massé, « Une figure belge, » L’Art Vivant en Belgique, 30 août 1930, 680.
43 Par exemple, Psyché publia une photo de Marieberthe Aurenche, la seconde femme de Max Ernst, vêtue d’une robe Norine. Psyché, juillet 1927, 29.
44 Van Hecke est souvent considéré, par erreur, comme le propriétaire de cette importante galerie d’art. En même temps que ces visites fréquentes à la galerie Le Centaure et sa relation fouineuse avec son propriétaire Walter Schwartzenberg, Van Hecke avait des contrats avec beaucoup d’artistes qui y exposaient. En échange d’œuvres d’art, il leur versait une mensualité (cfr. Milo, 13).
45 « Dès le mois de mars..., » 1920; « Norine montre sa collection d’hiver..., » invitation promotionnelle inédite, Washington, D. C., collection privée (Bruxelles: Norine, septembre 1922). Cette dernière invitation est illustrée par Frits Van den Berghe.
46 « Norine a donné à ses créations..., » invitation promotionnelle inédite, Washington, D. C., collection privée (Bruxelles: Norine, décembre 1924).
47 « Notes pour la saison nouvelle..., » invitation promotionnelle inédite, Anvers, collection privée (Bruxelles: Norine, février 1923). L’illustration de cette invitation est réalisée par Frits Van den Berghe.
48 P. G. v. H.-N. [Paul-Gustave Van Hecke et Honorine Deschryver], « La Mode en Belgique, » L’Art Vivant en Belgique (octobre 1927): 815.
49 Paul-Gustave Van Hecke à E. L. T. Mesens, 31 juillet 1947 ; Paul-Gustave Van Hecke, Bruxelles, à E. L. T. Mesens, Londres, 15 août 1952, Fonds E. L. T. Mesens Research Library, The Getty Research Institute, Los Angeles; Angèle Manteau, entretien avec l’auteur, enregistrement, Erembodegem, 27 août 2005.
50 « Norine Couture vous prie..., » 1952. Aucune invitation aux présentations de collections entre 1932 et 1952 n’a été retrouvée.