Entr’acte è un film realizzato da René Clair e che era destinato ad essere diffuso nell'intervallo di Relâche, balletto dadaista di Jean Börlin e Francis Picabia, su musica di Erik Satie, al Théâtre des Champs-Élysées, da parte dei Balletti Svedesi di Rolf de Maré. Si ipotizza che l'idea di questa proiezione tra due atti del balletto sia stata suggerita da Erik Satie stesso. Ad ogni modo, egli prestò un'attenzione particolare a quest'esperienza. Ne testimonia soprattutto una lettera indirizzata da Satie a René Clair:
Caro Signor Clair. [1]
Ed il film?… A quando?…
Il tempo passa (& non ripassa più). Temo di essere stato dimenticato da voi. Sì…
Speditemi subito il dettaglio del vostro così meraviglioso lavoro. Tante grazie.
Dei vostri, lo sono.
E. S.
Allora quando all'epoca la maggior parte dei compositori "seri" si disinteressano del cinema, addirittura lo disprezzano, oppure, per coloro che ne accettano l'esperienza, sono rinchiusi in una concezione prossima del poema sinfonico, Erikk Satie (ed i suoi amici del Gruppo dei Sei, tra cui Darius Milhaud e Arthur Honegger) si impegnano in una ricerca sulle relazioni strette tra il cinema e la musica.
La "sceneggiatura" del film, si dice, è stata tracciata rapidamente da Francis Picabia, su un foglio di carta da lettere del ristorante Maxim's. Si tratta piuttosto di una semplice nota che servì da filo conduttore:
Assalto di boxe con dei guanti bianchi su schermo nero.
Partita di scacchi tra Duchamps e Man Ray.
Getto d'acqua manovrato da Picabia che spazia via il gioco.
Giocoliere e Père La Colique.
Cacciatore che spara su un uovo di struzzo posto su un getto d'acqua, dall'uovo esce una colomba. Va a posarsi sulla testa del cacciatore. Un secondo sparandole uccide il primo cacciatore. Cade. L'uccello vola via.
Undici persone sdraiate sulla schiena mostrano la pianta dei piedi.
Danzatrice su uno specchio trasparente, ripresa da sotto.
Gonfiamento di palloni e di paraventi in caucciù sui quali saranno disegnate delle figure accompagnate da scritte.
Un funerale: carro funebre trainato da un cammello, ecc.
Il film è girato nel giugno del 1924, con una distribuzione che si rivela oggi prestigiosa: oltra a Erik Satie e Francis Picabia stessi, si possono riconoscere Jean Börlin, Marcel Duchamp (che gioca agli scacchi), Man Ray, Marcel Achard, Rolf de Maré, Georges Charensol, Georges Auric, Kiki di Montparnasse.
René Clair testimonia della genesi del film e della sua musica: "Satie, il vecchio maestro della giovane musica [...] calcolava ogni sequenza con una cura meticolosa e preparava così la prima composizione musicale scritta per il cinema 'immagine per immagine' in un tempo in cui era ancora muto. Coscienzioso all'estremo, temeva di non terminare i suo lavoro per la data fissata [...]. Sin dall'apparizione delle prime immagini, un rumore formato da piccole risate e da brontolii confusi si alzò dalla folla degli spettatori da cui un leggere fremito percorse le file. Picabia che si era augurato udire gridare il pubblico ebbe modo di essere soddisfatto [2]. Clamori e fischi si mischiarono alle buffe melodiose di Satie che, senza dubbio, apprezzava come conoscitore il rinforzo sonoro che i contestatori apportavano alla sua musica. La danzatrice barbuta ed il cammello funebre furono accolti come conveniva e quando tutta la sala si senti travolta dalla scena ferroviaria del Luna Park, delle urla portarono al culmine il disordine ed il nostro piacere [...]". Imperturbabile, Roger Desormières, il sorriso sarcastico e la maschera severa, sembrava allo stesso tempo dirigere l'orchestra e scatenare con la sua bacchetta un uragano burlesco. Così nacque, nel suono e nel furore, questo piccolo film la cui fine attirò tanti applausi quanto urla e fischi".
Costruito a partire dalla ripetizione di brevi cellule ritmiche derivate dalla "Marcia funebre" di Chopin, cliché dell'accompagnamento del cinema muto dell'epoca, e che viene ad illustrare la seconda parte del film, parodia di un funerale borghese, la partizione propone per la prima volta nella storia della musica da film un modello alternativo a quello del leitmotiv o semplicemente del tema più o meno romantico, per dedicarsi ad inventare un arte applicata all'immagine.
Note:
[1] Erik Satie, Correspondance presque complète, Paris, Fayard/ Imec, 2000, p. 639.
[2] Picabia, Satie et la première d’Entr’acte, in "L’Avant-Scène", n° 86, novembre 1968.
LINK al post originale:
Entr'acte
LINK al film tratto da UbuWeb:
LINK ad un mio video su Picabia dal mio canale You Tube: